Come prendersi cura della pianta carnivora Nepenthes
Il genere Nepenthes include tantissime specie caratterizzate dalle foglie "a fiasco" (ascidi). Sono molto belle ed ampiamente usate come ornamento, spesso tenute appese e lasciando penzolare le trappole in aria. Oggi vedremo come prenderci cura di queste bellissime piante, per tenerle in splendida salute e farle vivere a lungo.
foto di Bioponica
Botanica
Il genere Nepenthes è l' unico rappresentante della famiglia delle Nepenthaceae ed include circa 170 specie terrestri ed epifite.
Sono tipiche di alcune aree delle foreste tropicali asiatiche, del Madagascar e dell'Australia.
Le foglie hanno dimensioni che variano con la specie e sono ascidi contenenti enzimi digestivi (tra cui la pepsina).
Sull'ascidio sono presenti ghiandole che secernono sostanze volte ad attrarre la preda (generalmente insetti o ragni), che spingendosi all'interno dell'ascidio scivola sulle scaglie cerose con cui è rivestito e finisce nei liquidi digestivi. L'opercolo dell'ascidio non si chiude mai, ma evita che entri troppa acqua al suo interno.
Le foglie generalmente sono sorrette da viticci, che consentono anche l'arrampicamento e il sostegno sulle piante circostanti.
Le radici sono fibrose e molto delicate.
All' interno degli ascidi di Nepenthes si trovano spesso alcuni organismi simbionti: l'ipotesi è che la pianta tragga giovamento dai prodotti della digestione di essi ed in cambio offra loro cibo e protezione. In realtà per quel che riguarda alcuni organismi non è ancora chiaro se esista un rapporto di simbiosi o piuttosto di semplici "furti".
Sono tipiche di alcune aree delle foreste tropicali asiatiche, del Madagascar e dell'Australia.
Le foglie hanno dimensioni che variano con la specie e sono ascidi contenenti enzimi digestivi (tra cui la pepsina).
Sull'ascidio sono presenti ghiandole che secernono sostanze volte ad attrarre la preda (generalmente insetti o ragni), che spingendosi all'interno dell'ascidio scivola sulle scaglie cerose con cui è rivestito e finisce nei liquidi digestivi. L'opercolo dell'ascidio non si chiude mai, ma evita che entri troppa acqua al suo interno.
Le foglie generalmente sono sorrette da viticci, che consentono anche l'arrampicamento e il sostegno sulle piante circostanti.
Le radici sono fibrose e molto delicate.
All' interno degli ascidi di Nepenthes si trovano spesso alcuni organismi simbionti: l'ipotesi è che la pianta tragga giovamento dai prodotti della digestione di essi ed in cambio offra loro cibo e protezione. In realtà per quel che riguarda alcuni organismi non è ancora chiaro se esista un rapporto di simbiosi o piuttosto di semplici "furti".
Gli organismi simbionti si suddividono in Nepenthebionti (totalmente dipendenti, almeno in una fase della loro vita, da questa pianta e comprendono alcune larve di insetti come quelle di zanzara), Nepenthefili (che si trovano spesso negli ascidi ma non dipendono completamente dalla pianta, ad esempio il ragno Misumenops nepenthicola che si nutre delle mosche catturate dalla pianta) e Nepenthexeni (animali che non vivono nella pianta ma che occasionalmente ci vanno per nutrirsi delle prede morte).
Sole
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Necessita di vivere in un ambiente molto luminoso, la luce diretta del sole non nuoce agli ascidi ma se la pianta non è abituata ai raggi diretti è opportuno esporla gradualmente nelle ore meno calde.
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Temperatura
| Le specie tropicali richiedono temperature ne troppo alte ne troppo basse ed un alto tasso di umidità oltre che un continuo ricambio d'aria, mentre le varietà di pianura hanno meno esigenze. In generale, la temperatura indicata è tra i 15°C ed i 25°C ma è opportuno verificare le esigenze della specie che si possiede. |
Irrigazione
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Solo con acqua piovana o distillata.
Rispetto ad altre piante carnivore, la Nepenthes non sopporta il ristagno idrico ma è necessario mantenere sempre il suolo umido. E' opportuno nebulizzare la pianta una o due volte al giorno (sempre con acqua demineralizzata o piovana). |
Concimazione
Terreno
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Varia con le specie, alcune preferiscono come le orchidee basse percentuali di torba e corteccia, mentre altre preferiscono maggiori quantità di torba ed inerti (come sabbia non calcarea vermiculite).
Rinvasare lasciando intatto il "panetto" di terra e mettendolo il un vaso più grande dove è stato sistemato il substrato idoneo. Agire in questo modo riduce le possibilità di sofferenza della pianta da rinvaso, che altrimenti necessiterebbe di particolari cure ed attenzioni. |
Riproduzione
| Per divisione |
"Guida pratica alle piante da interno" (F. Bailey, Z. Allaway)
Elicriso
Wikipedia
Viridea
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