Come prendersi cura della pianta carnivora Sarracenia
Forse è meno famosa della bellissima Dionaea muscipula, ma è anch'essa altrettanto interessante e bella: stiamo parlando della Sarracenia, una pianta carnivora affascinante che con i suoi calici aperti attende l'arrivo di un malcapitato insetto per cibarsene: oggi scopriremo tutte le meraviglie che questa pianta ha da offrirci: se avete amato la Dionaea, apprezzerete in ugual modo anche lei!
foto di Casa e Giardino
Botanica
Il genere Sarracenia appartiene alla famiglia delle Sarraceniaceae ed è originaria dell'America del Nord. Include diverse specie, tutte con la foglia modificata ad ascidio con la funzione di intrappolare gli insetti.
Dopo essere stata introdotta in Europa intorno al 1600 si è adattata agli ambienti delle zone alpine, dove è attualmente possibile trovarla.
La trappola è costituita dagli ascidi disposti a rosetta, di colore verde con striature rosse che si accentuano notevolmente quando la sole è esposta alla luce diretta del sole all'aperto.
Gli ascidi formano una sorta di calice che viene riempito dall'acqua piovana.
Nel cappuccio e nell'imboccatura dell'ascidio viene prodotto nettare da ghiandole nettarifere allo scopo di attirare gli insetti pronubi, che scivolano sulle sostanze cerose che rivestono la parete dell'ascidio finendo per annegare nell'acqua accumulatasi.
La specie Sarracenia purpurea, a differenza delle altre, non produce enzimi digestivi per digerire la preda, ma attende che l'organismo catturato si decomponga in acqua per assorbirne i composti azotati.
Lo stelo che porta il fiore può raggiungere i 60 cm di altezza e produce fiori color rosso intenso o viola con una corolla costituita da cinque petali ovali.
In inverno vanno incontro al riposo vegetativo, disseccando la parte aerea e mantenendo vitali i rizomi sotto terra.
A questa specie appartengono diverse sottospecie, tutte bellissime e con le stesse esigenze di coltivazione.
Cura
Sole
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Pieno sole. Da allevare preferibilmente all' aperto (la luce solare che arriva dalla finestra non si equivale alla luce diretta del sole!).
L'esposizione al sole colorerà di un bel rosso alle sue trappole, aumentando la possibilità di attirare gli insetti. In piena estate preferire la penombra: sono piante che amano l'umidità, non la siccità. |
Temperatura
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Resiste anche alle temperature fredde fino a 0 gradi, va evitato il gelo delle radici.
Se le temperature vanno sotto lo zero si consiglia di ripararla dal gelo. |
Irrigazione
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Solo con acqua piovana o distillata, mettendo acqua nel sottovaso e non versandola quindi direttamente sul terreno (quest'ultima azione si fa solo in inverno da novembre a febbraio, momento in cui non si tiene l'acqua nel sottovaso ma la si versa dall'alto). Soffre le acque ricche in calcare, che la portano alla morte in poco tempo.
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Concimazione
Terreno
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Si rinvasa a metà febbraio con torba acida di sfagno mista a perlite o a sabbia di quarzo in proporzione 2:1
Preferisce vasi non troppo grandi, che contengono entro un certo volume le sue radici. Mai concimare e mai usare terriccio universale, porterebbe alla morte della pianta. Rinvasare quando le radici fuoriescono dai fori del vaso o quando la torba inizia ad andare incontro a marcescenza (generalmente la torba va cambiata nell'arco di un anno, se si inscurisce troppo è segno che va cambiata). |
Riproduzione
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Per divisione (prelevando le piantine formatesi alla base della pianta madre).
Propagazione anche per seme e talea. |
"Guida pratica alle piante da interno" (F. Bailey, Z. Allaway)
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